Ecologia dell’azione

«Non rimproverarti, amico mio», disse Ottaviano serenamente. «Forse le hai dato un conforto, tutto sommato… un conforto che sfugge a noi tutti. Non possiamo conoscere le conseguenze di ciò che facciamo, sia per il bene sia per il male».

J.Williams, Augustus, pag. 220

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Le campane

Che hanno le campane,

che squillano vicine,

che ronzano lontane ?

G.Pascoli, Myricae, Alba festiva

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I paesi sono come persone

Quando il viaggiatore entra a Torre de Moncorvo è già buio pesto da un pezzo. Il viaggiatore considera che è un’imprudenza entrare negli abitati a ore del genere. I paesi sono come le persone, cui ci avviciniamo piano piano, lentamente, non questa invasione improvvisa, riparati dall’oscurità, quasi fossimo ladri mascherati. Ma ben ci sta, loro ci ripagano. Gli abitati, è bene ricordarlo, sanno difendersi di sera. Mettono i numeri delle porte e i nomi delle strade, quando ci sono, ad altezze inverosimili, rendono questa piazza uguale a quello slargo e, se ne hanno voglia, ci piazzano davanti, a bloccare il traffico, un politico con il suo codazzo di aderenti e il suo sorriso da politico in giro a procacciarsi voti.

J.Saramago, Viaggio in Portogallo, pag. 31

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Una chiesetta romanica

Il piccolo sagrato è ricoperto d’erba, il viaggiatore vi posa i pesanti stivali e si sente, non sa perché, riabilitato Per quanto ci rifletta, è questa l’unica parola, e lui non sa spiegarla.

J.Saramago, Viaggio in Portogallo, pag. 29

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Lo Svedese recupera la vista

E la causa di questo recupero della vista è Merry. La figlia ha fatto sí che il padre vedesse. E forse era proprio questo che aveva sempre voluto. Gli ha donato la vista, la capacità di vedere con chiarezza ciò che non potrà mai essere normalizzato, di vedere ciò che non puoi vedere e non vedi e non vuoi vedere finché il tre non sarà aggiunto all’uno per fare quattro.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 452

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Il mistero delle persone

Cos’era, lui, spogliato di tutti i segnali che lanciava? La gente, dappertutto, si alzava in piedi urlando: – Questa persona sono io! Questa persona sono io! Ogni volta che li guardavi si alzavano e ti dicevano chi erano, e la verità era che non avevano, non piú di quanto l’avesse lui, la minima idea di chi o che cosa fossero. Credevano anche loro ai segnali che lanciavano. Avrebbero dovuto alzarsi e gridare:- Questa persona non sono io! Questa persona non sono io! L’avrebbero fatto, se avessero avuto un minimo di pudore. – Questa persona non sono io! – Allora forse avresti saputo come procedere tra quei segnali, tra le innumerevoli stronzate di questo mondo.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 443

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Pastorale americana

Ed era solo una volta l’anno che si trovavano tutti insieme, e per giunta sul terreno neutrale e sconsacrato della festa del Ringraziamento, quando tutti mangiano le stesse cose e nessuno si allontana per andare a rimpinzarsi di nascosto di qualche cibo stravagante: né kugel, né pesce gefilte, né insalata di rafano e lattuga romana, ma solo un tacchino colossale per duecentocinquanta milioni di persone; un tacchino colossale che le sazia tutte. Una moratoria sui cibi stravaganti e sulle curiose abitudini e sulle esclusività religiose, una moratoria sulla nostalgia trimillenaria degli ebrei, una moratoria su Cristo e la croce e la crocifissione per i cristiani, quando tutti, nel New Jersey come altrove, possono essere, quanto alla propria irrazionalità, piú passivi che nel resto dell’anno. Una moratoria su ogni doglianza e su ogni risentimento, e non soltanto per i Dwyer e i Levov, ma per tutti coloro che, in America, diffidano l’uno dell’altro. È la pastorale americana per eccellenza e dura ventiquattr’ore.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 434

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Tradizioni

le due famiglie si riunirono ogni anno per il pranzo del Ringraziamento su a Old Rimrock, e con sorpresa di tutti – tranne, forse, di Dawn – Lou Levov e Jim Dwyer finirono per passare il tempo scambiandosi storie sulla vita che avevano fatto da ragazzi. Due
grandi memorie s’incontrano, ed è vano provarsi a contenerle.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 432

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Lo Svedese

Per tutta la vita lui si era sforzato di non fare mai cose sbagliate, e quello che aveva fatto era questo. Tutti gli sbagli che si era trattenuto dal fare, che aveva seppellito piú profondamente che poteva, erano venuti alla luce comunque, solo perché una ragazza era bella. La cosa piú importante della sua vita – da quando era nato, gli sembrava – era questa: risparmiare sofferenze ai propri cari, essere buono con tutti, fino al midollo.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 417

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Famiglie

Tutti abbiamo una casa. È lì che va sempre tutto storto.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 409

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