Archivi del mese: dicembre 2014

Acqua e meditazione

Sì, come ciascuno sa, acqua e meditazione sono sposate per sempre.

H. Melville, Moby Dick, I

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Bufera in casa

“chiudi” ripeteva la madre… ma nessuno si muoveva; tutti guardavano stupiti quella violenza fatta di nulla che ruggiva, gemeva, scricchiolava, e lacrimava sulla soglia vuota; e finalmente anche l’altro uscio del vestibolo si spalancò. Si formò allora una specie di vortice che dopo aver percorso il corridoio, s’ingolfò, nella casa; si udirono tutte le porte sbattere ora vicine ora lontane, con uno strano fracasso che non era quello degli usci sbatacchiati da una mano irata o distratta; un fracasso nel quale si mescolavano le voci del vento e quegli urti e quelle esitazioni che sembravano preparare I’ultimo e più forte colpo; le stanze vuote e alte echeggiarono; la villa tutta tremò come se avesse dovuto ad un certo momento staccarsi dal suolo e girando su se stessa come una pazza trottola, trasvolare con rapidità sulla cresta fosforescente delle nubi.

A. Moravia, Gli indifferenti, 145

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Solo degli uomini

Avevo cercato una società ridotta alla sua forma più semplice. Quella dei nambikwara lo era a un punto tale che vi trovai solo degli uomini.

C. Lévi-Strauss, Tristi tropici, 268

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Eco d’amore

Scalza varcando da sabbie lunari,
Aurora, amore festoso, d’un’eco
Popoli l’esule universo e lasci
Nella carne dei giorni,
Perenne scia, una piaga velata.

G. Ungaretti, Eco

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Conversioni

La disposizione circolare delle capanne attorno alla casa degli uomini è di una tale importanza per quanto concerne la vita sociale e la pratica del culto, che i missionari salesiani della regione del Rio das Garças hanno capito subito che il mezzo più sicuro per convertire i bororo consisteva nel far loro abbandonare il villaggio per un altro in cui le case fossero disposte in ranghi paralleli. Disorientati in rapporto ai punti cardinali, privati del piano sul quale si basavano tutte le loro nozioni, gli indigeni perdono rapidamente il senso delle tradizioni, come se i loro sistemi sociali e religiosi (che, vedremo in seguito, sono indissociabili) fossero troppo complicati per poter fare a meno dello schema reso evidente dalla pianta del villaggio, la cui fisionomia è perpetuamente vivificata dalle loro azioni quotidiane.

C. Lévi-Strauss, Tristi tropici, 22

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Sera

Mentre infiammandosi s’avvede ch’è nuda, il florido carnato nel mare fattosi verde bottiglia, non è più che madreperla.
Quel moto di vergogna delle cose svela per un momento, dando ragione dell’umana malinconia, il consumarsi senza fine di tutto.

G. Ungaretti, da Paesaggio

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Miraggi

Andate in giro per la città in un sognante pomeriggio del Sabato. Andate da Corlears Hook a Coenties Slip e di là, lungo Whitehall, verso il nord. Che cosa vedete? Fissi, come sentinelle silenziose, tutto intorno alla città, stanno migliaia e migliaia di mortali perduti in fantasticherie oceaniche. Alcuni appoggiati a una palizzata, altri seduti sulle testate dei moli, altri che guardano oltre le murate di navi che provengono dalla Cina e altri arriva, nell’attrezzatura, come se si sforzassero di gettare un’occhiata ancor più vasta verso il mare. Ma tutti costoro sono gente di terra; rinchiusi, nei giorni feriali, negli steccati, legati ai banchi, inchiodati ai sedili, avvinti alle scrivanie. Come fa dunque? Sono scomparse tutte le verdi campagne? Che cosa fanno qui costoro?

H. Melville, Moby Dick, I

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Il camionista

Strana esistenza quella di questi bravissimi conducenti, sempre pronti alle più delicate riparazioni, che improvvisano e disfanno le strade sul loro passaggio, esposti a trascorrere diverse settimane in piena boscaglia, dovunque il camion si guastasse, fino all’arrivo di un camion concorrente che poi avrebbe dato l’allarme a Cuiaba, da dove avrebbero chiesto a São Paulo o a Rio di spedire il pezzo necessario. Durante questo tempo ci si accampa, si va a caccia, si fa il bucato, si dorme e si pazienta. Il mio migliore autista era sfuggito alla giustizia dopo un delitto al quale non faceva mai allusione; a Cuiaba lo sapevano ma nessuno ne parlava; per compiere un percorso difficile, o addirittura impossibile, nessuno avrebbe potuto sostituirlo. Agli occhi di tutti, la sua vita sempre in pericolo ripagava largamente per quella che aveva stroncato.

C. Lévi-Strauss, Tristi tropici, 21

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La cultura ed il Borghese Gentiluomo

Ricordiamoci del Borghese Gentiluomo e dei suoi sforzi per acquisire l’infarinatura culturale legata alle caratteristiche della classe alla quale tenta di accedere. Il Borghese Gentiluomo fa parte di una razza prolifica che si è moltiplicata abbondantemente. Ma nella contestazione di classe, ormai dilagante, essendo interesse della borghesia conservare prima di tutto le prerogative gerarchiche di dominanza e non essendo più queste ultime basate esclusivamente sulla nascita e sul comportamento, ma sulla proprietà delle merci, essa accetta di buon grado di diffondere una cultura, soprattutto se vendibile. Pensa così di calmare il rancore suscitato dalle differenze, pur conservando quelle che le sembrano essenziali, il potere, la dominanza gerarchica. Così si sforza, assecondata dalle masse lavoratrici, di valorizzare la cultura, la sua cultura, sempre tenendola ostinatamente separata dall’attività professionale produttiva in cui il suo sistema gerarchico continua a essere intransigente.

H. Laborit, Elogio della fuga, 49

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Mattina

Ha una corona di freschi pensieri,
Splende nell’acqua fiorita.

G. Ungaretti, da Paesaggio

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