Non ci sono al mondo persone piú volgari dei nostri complici. L’occhiata obliqua dell’oste che mi riserva il vino migliore, e per conseguenza ne priva qualcun altro, bastava già, nei giorni della mia giovinezza, a ispirarmi un profondo disgusto per gli svaghi di Roma. Non mi piace che un essere umano ritenga di conoscer già il mio desiderio, prevederlo, adattarsi meccanicamente a quella che suppone la mia scelta: l’immagine bassa e deforme di me stesso, che mi offre un altro in quei momenti, mi farebbe preferire i tristi effetti dell’ascetismo.
M.Yourcenar, Memorie di Adriano, 17