Archivi del mese: Maggio 2019

Lo Svedese recupera la vista

E la causa di questo recupero della vista è Merry. La figlia ha fatto sí che il padre vedesse. E forse era proprio questo che aveva sempre voluto. Gli ha donato la vista, la capacità di vedere con chiarezza ciò che non potrà mai essere normalizzato, di vedere ciò che non puoi vedere e non vedi e non vuoi vedere finché il tre non sarà aggiunto all’uno per fare quattro.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 452

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Il mistero delle persone

Cos’era, lui, spogliato di tutti i segnali che lanciava? La gente, dappertutto, si alzava in piedi urlando: – Questa persona sono io! Questa persona sono io! Ogni volta che li guardavi si alzavano e ti dicevano chi erano, e la verità era che non avevano, non piú di quanto l’avesse lui, la minima idea di chi o che cosa fossero. Credevano anche loro ai segnali che lanciavano. Avrebbero dovuto alzarsi e gridare:- Questa persona non sono io! Questa persona non sono io! L’avrebbero fatto, se avessero avuto un minimo di pudore. – Questa persona non sono io! – Allora forse avresti saputo come procedere tra quei segnali, tra le innumerevoli stronzate di questo mondo.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 443

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Pastorale americana

Ed era solo una volta l’anno che si trovavano tutti insieme, e per giunta sul terreno neutrale e sconsacrato della festa del Ringraziamento, quando tutti mangiano le stesse cose e nessuno si allontana per andare a rimpinzarsi di nascosto di qualche cibo stravagante: né kugel, né pesce gefilte, né insalata di rafano e lattuga romana, ma solo un tacchino colossale per duecentocinquanta milioni di persone; un tacchino colossale che le sazia tutte. Una moratoria sui cibi stravaganti e sulle curiose abitudini e sulle esclusività religiose, una moratoria sulla nostalgia trimillenaria degli ebrei, una moratoria su Cristo e la croce e la crocifissione per i cristiani, quando tutti, nel New Jersey come altrove, possono essere, quanto alla propria irrazionalità, piú passivi che nel resto dell’anno. Una moratoria su ogni doglianza e su ogni risentimento, e non soltanto per i Dwyer e i Levov, ma per tutti coloro che, in America, diffidano l’uno dell’altro. È la pastorale americana per eccellenza e dura ventiquattr’ore.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 434

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Tradizioni

le due famiglie si riunirono ogni anno per il pranzo del Ringraziamento su a Old Rimrock, e con sorpresa di tutti – tranne, forse, di Dawn – Lou Levov e Jim Dwyer finirono per passare il tempo scambiandosi storie sulla vita che avevano fatto da ragazzi. Due
grandi memorie s’incontrano, ed è vano provarsi a contenerle.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 432

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Lo Svedese

Per tutta la vita lui si era sforzato di non fare mai cose sbagliate, e quello che aveva fatto era questo. Tutti gli sbagli che si era trattenuto dal fare, che aveva seppellito piú profondamente che poteva, erano venuti alla luce comunque, solo perché una ragazza era bella. La cosa piú importante della sua vita – da quando era nato, gli sembrava – era questa: risparmiare sofferenze ai propri cari, essere buono con tutti, fino al midollo.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 417

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Famiglie

Tutti abbiamo una casa. È lì che va sempre tutto storto.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 409

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Gente

Che gli uomini fossero creature multiformi non era una novità per lo Svedese, anche se era sempre un po’ uno choc doverlo constatare nuovamente ogni volta che qualcuno ti dava una delusione. Ciò che lui trovava stupefacente era il modo in cui gli uomini sembravano esaurire la propria essenza – esaurire la materia, qualunque fosse, che li rendeva quello che erano – e, svuotati di se stessi, trasformarsi nelle persone di cui urn tempo avrebbero avuto pietà. Era come se, mentre la loro vita era ricca e piena, essi fossero, in segreto, stufi di se stessi e non vedessero l’ora di liberarsi del loro discernimento, della loro salute e di ogni senso delle proporzioni per passare all’altro io, il vero io: che era uno stronzo detestabile e completamente illuso. Era come se trovarsi in sintonia con la vita fosse qualcosa di accidentale che poteva capitare, certe volte, ai giovani fortunati; mentre, per il resto, era una cosa con la quale gli esseri umani hon riuscivano a rapportarsi. Che strano. E che strano pensare che proprio lui, che era sempre stato felice di far parte della schiera infinita e indifesa dei “normali”, poteva, in realtà, costituire l’anormalità, essere estraneo alla vita reale proprio a causa delle sue radici, così grosse.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 355

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Un figlio

Sapere come comportarsi con sua madre non era mai cosí difficile come con quell’anima in pena di suo padre, che aveva passato gran parte della vita in uno stato di transizione tra l’antagonismo e la pietà, tra la comprensione e la cecità, tra l’affettuosa confidenza e la violenta irritazione. Lo Svedese non aveva mai temuto di battersi con lei, non si era mai chiesto, perplesso, da che parte stesse, cosí come non si era mai domandato da che parte si sarebbe schierata la prossima volta. Diversamente dal marito, sua madre era solo una grande fabbrica di amore familiare. La sua era una personalità semplice per la quale il bene dei ragazzi era tutto. Parlando con lei lo Svedese aveva sentito, fin dalla prima infanzia, libero accesso al suo cuore. Nel caso di suo padre, invece, doveva scontrarsi con quella zucca, la zucca dura di un attaccabrighe, e spaccargliela nel modo meno cruento possibile per arrivare a quello che c’era dentro.

P.Roth, Pastorale americana, pag.317

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Il caos

Jerry farnetica. Jerry crede di poter sfuggire allo sconcerto con le sue farneticazioni, le sue urla, ma tutto quello che dice è sbagliato. Nulla di tutto questo è vero. Cause, risposte chiare, a chi dare la colpa. Ragioni. Ma non ci sono ragioni. Merry è costretta a essere ciò che è. Come tutti noi. Le ragioni si trovano nei libri. Era mai possibile che il modo di vivere della nostra famiglia sfociasse in questa bizzarria e in quest’orrore? Non era possibile. E non è andata cosí. Jerry si sforza di razionalizzare, ma non si può. Questa è tutta un’altra cosa, una cosa della quale lui non sa assolutamente nulla. Nessuno ne sa niente. Non è razionale È il caos. È il caos, dall’inizio alla fine.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 304

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Il caos

Jerry farnetica. Jerry crede di poter sfuggire allo sconcerto con le sue farneticazioni, le sue urla, ma tutto quello che dice è sbagliato. Nulla di tutto questo è vero. Cause, risposte chiare, a chi dare la colpa. Ragioni. Ma non ci sono ragioni. Merry è costretta a essere ciò che è. Come tutti noi. Le ragioni si trovano nei libri. Era mai possibile che il modo di vivere della nostra famiglia sfociasse in questa bizzarria e in quest’orrore? Non era possibile. E non è andata cosí. Jerry si sforza di razionalizzare, ma non si può. Questa è tutta un’altra cosa, una cosa della quale lui non sa assolutamente nulla. Nessuno ne sa niente. Non è razionale È il caos. È il caos, dall’inizio alla fine.

P.Roth, Pastorale americana, pag. 304

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