Paloa era un indiano tranquillo, piccoletto e di mezza età, originario dell’estremo Nord della grande foresta. Stava attraversando un campo aperto insieme con suo fratello, alcune donne e dei bambini, quando da una valle laterale vide uscire una piccola pattuglia di polizia a cavallo.
Gli ona, dovunque si trovassero, non perdevano mai di vista il punto più vicino in cui nascondersi in caso di necessità. Poteva essere un bosco, un folto d’alberi o il letto d’un fiume. Per Paloa fu una grotta sulla sommità rocciosa di una collina. La raggiunse rapidamente con tutto il suo gruppetto e, aiutato dal fratello, fece nascondere le donne e i bambini in quello che era di fatto un pozzo asciutto con una stretta apertura da cui si vedeva il cielo. I due uomini rimasero sulla soglia, nascosti tra le rocce, ma con una buona visuale sul terreno circostante. Avevano entrambi gli archi e frecce in abbondanza, ma il fratello non poteva essere di grande aiuto come tiratore per via di una ferita al braccio. Quando gli uomini a cavallo si avvicinarono, Paloa scoccò una freccia e ferì un poliziotto. Il terreno era molto impervio per i cavalli, per cui i bianchi, convinti che tra le rocce fossero in agguato to molti indiani, non osarono smontare. Fecero fuoco restando in sella.
Un cacciatore ona in agguato dietro a una roccia tiene sempre la testa ben indietro, in modo da esporre soltanto naso e sopracciglia alla vista della preda, lasciando celati la fronte e i capelli. Paloa lo sapeva, ma la parte superiore dell’arco doveva spuntare al di sopra del suo riparo se voleva scoccare una freccia. Gli spari della polizia, a causa dell’agitazione delle cavalcature, andarono a casaccio, ma un colpo fortunato scheggiò l’impugnatura di Paloa appena sopra a dove teneva la mano, che rimase ferita, seppur lievemente. Il fratello gli passò il suo arco e Paloa continuò per un po’ a scagliare frecce fino a quando il nemico si ritirò sconcertato. I poliziotti tornarono all’attacco il giorno dopo con molti rinforzi, ma gli uccelli avevano lasciato il nido. Con il favore delle tenebre Paloa e i suoi erano fuggiti nella foresta.
Ho sentito la storia di Paloa una notte attorno a un fuoco. Il racconto era frammisto a battute e risate. Ebbi modo di ascoltare anche l’altro lato della storia. In questa seconda versione, nascosto tra le rocce non c’era più un solo arciere, ma una ventina di ona dei boschi. E con il passare del tempo il numero dei guerrieri indiani salì a «quasi cento».
E. L. Bridges, Ultimo confine del mondo, XXIX