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Uomini attratti dall’acqua

Che il più distratto degli uomini sia immerso nelle sue più profonde fantasticherie: mettete quest’uomo in piedi, fategli muovere le gambe, ed egli, infallibilmente, vi condurrà all’acqua, se acqua c’è in tutta la regione.

H. Melville, Moby Dick, I

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Miraggi

Andate in giro per la città in un sognante pomeriggio del Sabato. Andate da Corlears Hook a Coenties Slip e di là, lungo Whitehall, verso il nord. Che cosa vedete? Fissi, come sentinelle silenziose, tutto intorno alla città, stanno migliaia e migliaia di mortali perduti in fantasticherie oceaniche. Alcuni appoggiati a una palizzata, altri seduti sulle testate dei moli, altri che guardano oltre le murate di navi che provengono dalla Cina e altri arriva, nell’attrezzatura, come se si sforzassero di gettare un’occhiata ancor più vasta verso il mare. Ma tutti costoro sono gente di terra; rinchiusi, nei giorni feriali, negli steccati, legati ai banchi, inchiodati ai sedili, avvinti alle scrivanie. Come fa dunque? Sono scomparse tutte le verdi campagne? Che cosa fanno qui costoro?

H. Melville, Moby Dick, I

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Umana irrequietezza

Spesso la letteratura dell’esplorazione artica viene proposta come l’attestazione della volontà risoluta di fronte alle minacciose fortificazioni del paesaggio. È più utile, credo, accantonare questa nozione… che il territorio sia un avversario deciso a sconfiggere gli umani è che quanti passarono di qui furono eroi o falliti sotto questo aspetto. È meglio contemplare la documentazione del desiderio umano di conquistare qualcosa di significativo, di liberarsi d’una parte del peso tetro della vita. Quel peso era ignoranza, povertà di spirito, indolenza, rischio di smarrirsi nell’anonimato e nella miseria. Il paesaggio spietato divenne il punto focale del desiderio di distaccarsi da tutte queste cose e di vincerle. In questi resoconti artici, quindi, vi sono le trame dei sogni di noi tutti.

Barry Lopez, Sogni artici, pag. 302.

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Verso casa II

Tuttavia la lunga tendenza dell’evoluzione puramente biologica suggerisce fortemente l’inevitabilità di una profonda collisione tra la volontà umana e gli aspetti immutabili dell’ordine naturale. Questa sembra di per sé una ragione sufficiente per indagare tra le culture aborigene sulla natura del tempo, dello spazio e di altre dicotomie inventate; la relazione tra la speranza e l’esercizio della volontà; il ruolo dei sogni e dei miti nella vita umana; e gli aspetti terapeutici di una lunga intimità con un paesaggio.

Barry Lopez, Sogni artici, pag. 392.

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Dolore e sogni

Il dolore che ho dimenticato
nell’animo sta bruciando,
nelle oscure
spiagge dei sogni.

R. Tagore, da Sfulingo

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La scatola nella quale non vivere

È una vergogna se credete che esista soltanto ciò che può essere dimostrato statisticamente. Mi dispiace moltissimo per voi se vi lasciate veramente dominare soltanto da ciò che potete misurare, perché io sono affascinato dall’incommensurabile, non da ciò che è qui. Non m interessa nulla di ciò che è qui. Lo vedo benissimo. D’accordo, misuratelo pure, se avete voglia di perder tempo, ma a me interessa ciò che è là fuori. Ci sono tante cose che non vediamo, non tocchiamo, non sentiamo e non comprendiamo.
Noi presumiamo che la realtà sia la scatola nella quale l’abbiamo messa, ma non è vero, vi assicuro. Provate, qualche volta, ad aprire la porta, guardate fuori, vedrete che cosa c’è. Il sogno di oggi sarà la realtà di domani. Ma abbiamo dimenticato come si fa a sognare.

L. Buscaglia, vivere amare capirsi, cap 1

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Sogni artici

Sono i sogni che conferiscono un orientamento a un’intera vita, ciò che una persona intende che la vita debba essere, dopo aver veduto queste coste.

Barry Lopez, Sogni artici, pag. 345.

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Sogni

Ma che cosa sa la veglia in confronto a quello che sa il sonno?

E. Galeano, da Memoria del fuoco

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I sogni degli uroni

Gli uroni credono, come tutti i popoli irochesl, che il sogno trasfiguri le cose più volgari e le trasformi in simboli toccandole con le dita del desiderio. Credono che il sogno sia il linguaggio dei desideri non realizzati e chiamano ondinnonk i desideri segreti dell’anima, che la veglia ignora. Gli ondinnonk si affacciano nei
viaggi che l’anima compie mentre il corpo dorme.
– Poverini – pensa padre Ragueneau.
Per gli uroni, chi non rispetta ciò che dice il sogno si rende colpevole di un grave crimine. Il sogno comanda. Se il sognatore non adempie ai suoi ordini, l’anima si arrabbia e fa ammalare il corpo o lo uccide. Tutti i popoli della famiglia irochese sanno che la malattia
può venire dalla guerra o dal caso, o dalla strega che infila nel corpo denti d’orso o schegge d’osso, ma viene
anche dall’anima, quando vuole qualcosa che non le danno.

E. Galeano, da Memoria del fuoco, il linguaggio dei sogni

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Un sogno di Juana

Gironzola per il mercato dei sogni. Le venditrici hanno disteso i sogni per terra, su grandi pezzi di stoffa.
Arriva al mercato il nonno di Juana, molto triste perché è da tanto tempo che non sogna. Juana lo prende per mano e lo aiuta a scegliere i sogni, sogni di marzapane o di cotone, ali per volare dormendo, e i due se ne vanno così carichi di sogni che non ci sarà notte che possa bastare.

E. Galeano, Memoria del fuoco, Un sogno di Juana

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