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Dopoguerra in Germania

Era una generazione non soltanto ferita ma anche malata e che aveva rimosso il suo trauma in una chiassosa ricostruzione. I fatti scomparivano negli stereotipi: Hitler, il criminale. La lingua subiva l’aperta violenza non solo degli autori dei crimini, ma anche di chi parlando di sé diceva ce la siamo cavata anche stavolta. In questo modo ghermivano per sé un ruolo di vittime. 

U.Timm, Come mio fratello, 95

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Lezione sulle parole

La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
«Per favore… addomesticami», disse. «Volentieri», rispose il piccolo principe, «ma non ho molto tempo. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose». «Non si conoscono che le cose che si addomesticano», disse la volpe. «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!»
«Che bisogna fare?» domandò il piccolo principe.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe. «In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…»

A. De Saint-Exupéry, Il piccolo principe, XXI

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Parole

Un canto della terra che gira, e di palole che l’accompagnano,
Credevi che fossero quelle le parole, quelle linee dritte? quelle curve, angoli, puntini?
No, quelle non sono le parole, le parole sostanziali sono nel suolo e nel mare,
Sono nell’aria e sono in te.

Credevi che fossero quelle le parole, quei suoni deliziosi dalle bocche dei tuoi amici?
No, le autentiche parole sono più deliziose.

I corpi umani sono parole, miriadi di parole
(Nelle poesie migliori, il corpo ricompare, d’uomo o di donna, ben formato, ilare, spontaneo,
Sano in ogni sua parte, attivo, ricettivo, senza pudore o necessità di pudore).

Aria, suolo, acqua, terra quelle sono parole,
Anche io – la mia essenza compenetrata nella loro – sono parola, il mio nome è niente per loro,
Anche se fosse detto in tremila linguaggi, che cosa saprebbero aria, suolo, acqua, fuoco, del mio nome?

W. Whitman, da Un canto della terra che gira

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Immagini e parole

Le parole, proprio come le immagini, col tempo anneriscono. Quando diciamo o leggiamo “guerra”, non riusciamo più a liberarci dall’immagine di carri armati, sistemi di comunicazione a distanza, trincee e bombardieri. Nessuno pensa veramente che Alfonso e Yousufr li usassero, tuttavia nessuno è in grado di immaginare una battaglia campale di quell’epoca. In questo senso si può affermare che il passato non esiste. Esistono immagini, ma non parlano il nostro linguaggio. Sono diventate arte, oggetti preziosi, certamente non la riproduzione della crudeltà, del caos, del fetore e della morte di una battaglia come quella, senza la Croce Rossa.

Cees Nooteboom, Verso Santiago, pag. 45.

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Parole per uomini sciocchi

All’uomo sciocco si addice ammirare ed amare
tutto ciò che si cela dietro parole non chiare:
egli consente con ciò che accarezza l’orecchio
in discorsi confusi espressi in parole allettanti.

Lucrezio, De rerum natura, I-641

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Nomi di animali

Esiste una magia delle parole; chi per un anno è stato conosciuto da tutti col nome di un animale finisce per sentircisi legato, per riconoscersi in esso. Gli sembra strano, tornando in Europa, che nessuno se ne renda conto.

K. Blixen, La mia Africa, parte II,2

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Le parole.

Le parole pure e semplici da noi usate saranno vuote e senza valore. Esse prenderanno vita e significato solo se cercheremo di afferrare la loro numinosità, cioè il loro rapporto specifico con l’individuo vivente. Solo allora cominceremo a capire che i termini in sé significano ben poco e che ciò che più conta è il modo in cui essi sono in rapporto con noi.

 

C. G. Jung, L’uomo e i suoi simboli, Cortina editore, pag 98

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I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER

“..Le pene degli uomini sarebbero minori se essi – e Dio solo sa perché son fatti cosi – non si accanissero a rievocare con la forza dell’immaginazione il male passato, piuttosto che accettare un tranquillo presente..”

……………………….

“..Certe volte non capisco come un altro possa averla cara, abbia il diritto di averla cara, mentre io amo lei, unicamente, così dal profondo, così pienamente, e non conosco, e non so, e non ho altro che lei..”

…………………………

“Poi stima il mio ingegno e le mie capacità più del mio cuore, che pure è il mio unico orgoglio, la sola sorgente di tutto, di ogni mia forza, di ogni felicità, di ogni sventura. Sì, quello ch’io so chiunque lo può imparare… ma il mio cuore non l’ho che io..”

…………………………….

“Tu eri rapido, Morar, come un capriolo sulla roccia, terribile come una fiamma notturna nel cielo. La tua collera era una tempesta, la tua spada nella battaglia, un lampo sulla landa. La tua voce sembrava il torrente dopo la pioggia, il tuono grondante tra le montagne. Molti caddero sotto il tuo braccio; la fiamma della sua ira li consumò. Ma quando tu ritornavi dal combattimento, com’era calma la tua fronte! Il tuo viso era come il sole dopo la tempesta, come la luna nella notte silenziosa; il tuo seno era tranquillo come il lago quando è cessato il rumore del vento..”

– Johann Wolfgang Goethe dal libro “I dolori del giovane Werther” –

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COME UN ROMANZO

“Quel che abbiamo letto di più bello
lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara.
Ed è a una persona cara che subito ne parleremo.
Forse proprio perché la peculiarità del sentimento,
come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire.
Amare vuol dire, in ultima analisi,
far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo.
E queste preferenze condivise popolano l’invisibile cittadella della nostra libertà.
Noi siamo abitati da libri e da amici.”

-Daniel Pennac dal libro “COME UN ROMANZO”-

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I DEMONI

– Voi pensate, forse, che io dubiti ancora che il personaggio che mi appare nell’allucinazione sia io stesso e non sia davvero il diavolo.
– E… lo vedete realmente? Vedete realmente una figura ben definita?
– Sì lo vedo, lo vedo così, come vedo ora voi… e talvolta lo vedo e non sono persuaso di vederlo, benché lo veda… talvolta non so chi dei due realmente esista: io o lui…

-Fëdor Michajlovic Dostoevskij dal libro “I DEMONI”

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