Archivi del mese: Maggio 2014

Umana irrequietezza

Spesso la letteratura dell’esplorazione artica viene proposta come l’attestazione della volontà risoluta di fronte alle minacciose fortificazioni del paesaggio. È più utile, credo, accantonare questa nozione… che il territorio sia un avversario deciso a sconfiggere gli umani è che quanti passarono di qui furono eroi o falliti sotto questo aspetto. È meglio contemplare la documentazione del desiderio umano di conquistare qualcosa di significativo, di liberarsi d’una parte del peso tetro della vita. Quel peso era ignoranza, povertà di spirito, indolenza, rischio di smarrirsi nell’anonimato e nella miseria. Il paesaggio spietato divenne il punto focale del desiderio di distaccarsi da tutte queste cose e di vincerle. In questi resoconti artici, quindi, vi sono le trame dei sogni di noi tutti.

Barry Lopez, Sogni artici, pag. 302.

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Il fattore coppia

Soltanto un chimico può dire, e non sempre,
che cosa uscirà dalla combinazione
di fluidi o di solidi.
E chi può dire come uomini e donne reagiranno
fra loro, e quali bambini nasceranno?
C’erano Benjamin Pantier e sua moglie,
buoni in se stessi, ma cattivi l’un l’altro:
ossigeno lui, lei idrogeno,
il figlio un fuoco devastatore.
Io, Trainor, il farmacista, mescolatore di elementi chimici,
morto mentre facevo un esperimento,
vissi senza sposarmi.

E. Lee-Masters, Trainor il farmacista

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Distacco!

L’ultimo dovere da farsi in patria è compiuto. Ora viene il distacco. Gli sta di fronte, tremante, la moglie, con la quale ha vissuto un anno e mezzo, per la prima volta in vita sua veramente felice. Essa tiene fra le braccia il bimbo che gli ha donato, il suo corpo una seconda volta benedetto dalla maternità è squassato dai singhiozzi. Ancora un abbraccio, l’ultimo, poi una stretta di mano a Barbosa, cui egli strappa l’unico figlio per la sua avventura. E poi, rapidamente, per non intenerirsi alle lacrime della moglie, scende in barca sino a San Lúcar, ove la flotta lo attende. Ancora una volta nella piccola chiesa di San Lúcar Magellano, dopo essersi confessato, si accosta alla comunione insieme con l’intero equipaggio. Ai primi albori — è martedì 20 settembre 1519 e diventerà una data nella storia universale — le catene delle ancore stridono, le vele si gonfiano, i cannoni salutano le rive fuggenti: è cominciato il più lungo viaggio di scoperta, la più audace avventura nella storia dell’umanità.

S. Zweig, Magellano, VI

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Perseveranza

Sono in molti coloro che nella vita si danno da fare pensando di fare qualcosa di giusto senza ottenere risultati a breve termine. Devono essere capaci di rinviare costantemente la gratificazione per sopravvivere senza demoralizzarsi a una rigida dieta di crudeltà tra pari. I loro cugini e i loro conoscenti li ritengono degli idioti, quindi hanno bisogno di coraggio per continuare. Non hanno conferme, convalide, studenti servili o premi Nobel. La domanda “come è andata quest’anno” procura loro una piccola fitta di dolore, poiché a un osservatore esterno quasi tutti i loro anni di lavoro sembrano sprecati. Poi bang: arriva l’evento irregolare che porta con sé la grande conferma. Ma potrebbe anche non arrivare mai.
Credetemi, è dura sopportare le conseguenze sociali di un apparente fallimento continuo. Siamo animali sociali, l’inferno sono gli altri.

Nassim N. Taleb, Il cigno nero, pag. 105

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Imprevedibili

È l’affinità che ci avvicina, ma è la novità che ci tiene insieme. Siate saggi, siate stimolanti, siate eccitanti, condi-videte idee nuove, crescete, progredite, evolvetevi. Non siate mai prevedibili!

L. Buscaglia, vivere amare capirsi, 9

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Francisco Serrão

Per anni e anni, nuovo Odisseo dimentico della sua Itaca, Francisco Serrão rimane fra le braccia della sua Calipso dalla pelle scura, e nessun angelo dell’ambizione viene a cacciarlo da quel paradiso del dolce far niente. Questo volontario Robinson, primo fuoriuscito dalla civiltà, non lascerà più fino alla morte, cioè per nove anni, le Isole della Sonda. Fra i conquistatori e i capitanos dell’epica età portoghese non è certo il più eroico, ma probabilmente è il più furbo e anche il più felice.

S. Zweig, Magellano, II

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Verso la vampa finale

Avete mai visto un alligatore
uscire all’aria dal fango,
fissando senza sguardo il grande bagliore del pomeriggio?
Avete mai visto i cavalli in scuderia, la notte,
tremare e ritrarsi alla luce di una lanterna?
Avete mai camminato nell’oscurità
e poi una porta ignota vi si è aperta innanzi
lasciandovi, pareva, alla luce di mille candele di cera finissima?
Avete mai camminato col vento nelle orecchie
e intorno la luce del sole
che improvvisamente splendeva di un segreto fulgore?
Tante volte dal fango,
davanti a tante porte di luce,
per sterminati campi di fulgori,
che intorno ai tuoi passi un tacito alone irradia
come neve recente,
tu andrai attraverso la terra, o anima forte,
e attraverso innumerevoli cieli,
verso la vampa finale!

E. Lee-Masters, Arlo Will

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Ciao Walt

Né il tempo, né il luogo hanno importanza, la distanza non conta,
Sono con voi, uomini e donne d’una o più generazioni a venire,
Ciò che provate guardando il fiume e il cielo, io l’ho provato,
Come voi fate parte d’una folla, ne feci parte anch’io,
Come voi vi sentite rianimare dalla bellezza del fiume, dal suo fluire luminoso, io mi sentii rianimare,
Come voi state in piedi e vi appoggiate alla ringhiera, eppure andate in fretta con la veloce corrente, io mi appoggiavo e andavo,
E come voi guardate la fitta selva dei velieri e le grosse pipe dei vapori, così io li guardavo.

W. Whitman, da Sul ferry di Brooklyn, 3

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Tolleranza per le altre culture

Mi appariva chiaro che abbiamo bisogno di tolleranza, nelle nostre vite, per il valore di tipi di percezione diverse, di cui gli Umwelten contrastanti degli animali dell’isola servono come un memento. E abbiamo bisogno di tolleranza per il paesaggio non manipolato e non posseduto. Ma mi resi conto, inoltre, che abbiamo bisogno di comprendere la relazione fra la tolleranza e i diversi tipi di ricchezza, e il modo in cui la tolleranza per le realtà inconvertite della terra si intreccia indissolubilmente alla sostanza di una vita veramente ricca.

Barry Lopez, Sogni artici, pag. 305.

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Handicap moderni

Noi moderni, viziati dalle conquiste della tecnica, per quanto riguarda la memoria siamo degli invalidi: basta restare senza libri o senza computer che siamo perduti.

Ryszard Kapuscinski, In viaggio con Erodoto, pag. 166.

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