Issò le pesanti palpebre. Le issò, vi dico —nessun’altra espressione può descrivere adeguatamente la calma lentezza di quel gesto — e finalmente mi rivelò per intero il suo sguardo. Mi trovai di fronte due cerchietti stretti e grigi, simili a due minuscoli anelli d’acciaio intorno alla nera profondità delle pupille. Quell’occhiata tagliente, unità a quel corpo massiccio, dava un’idea di estrema efficienza, come la lama affilatissima di un’ascia da combattimento. “Prego”, disse in tono molto formale. Alzò la destra e l’agitò portandola in avanti. “Mi consenta… Ho sostenuto che si può andare avanti sapendo benissimo che il coraggio non viene da solo (ne vient pas tout seul). In ciò non c’è nulla di sconvolgente. Una rivelazione in più non deve renderci la vita impossibile… Ma l’onore — l’onore, monsieur!… L’onore… questo è reale — davvero! E che cosa possa valere la vita, quando”… si levò in piedi con movimenti pesanti e vigorosi, come si sarebbe alzato un bue spaventato sdraiato sull’erba… “quando l’onore se n’è andato – ah ça! par exemple – di questo non posso dire nulla – perché – monsieur – non ne so nulla”.
J.Conrad, Lord Jim, XIII