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Mente

La mente umana, come una nave fantasma, continua a veleggiare libera dai suoi ormeggi dove vuole, e lo fa perché è non algoritmica. Questa libertà fa parte della creatività nell’universo, la nostra creatività di esseri umani.

Stuart Kauffman, Reinventare il sacro, pag. 196.

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Gocce di Vedanta

«Voi dite: ‘Questo appartamento è mio’. Ma se guardate bene, il suo pavimento è il soffitto di quello di sotto, la parete è anche le parete del vicino. Nulla è davvero vostro. Assolutamente nulla… tanto meno il vostro corpo. Tanti possono rivendicame la proprietà: vostra madre, vostro padre, il vostro coniuge in base al sacramento del matrimonio, lo Stato verso il quale il vostro corpo ha dei doveri di cittadino, la terra stessa, il fuoco che vi tiene alla giusta temperatura, l’acqua, le verdure che mangiate: tutti possono dire: ‘Questo corpo è mio’… Voi non possedete niente. Non è vostro neppure quello che credete di sapere. Vi è stato dato dai libri o da un insegnante. Eppure voi continuate a dire: ‘Questo è il mio corpo’. Il corpo vi pare così vostro che vi ci identificate. Dite ‘io’ e pensate al vostro corpo. Ma se l’io è colui che identifica il corpo, non può essere il corpo. Il soggetto che osserva l’oggetto-corpo non può essere il corpo.»

T. Terzani, Un altro giro di giostra, 305

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I tre grandi veleni della mente

Da questo punto di vista buddhista il male, tutti i mali, quelli psichici come quelli fisici. hanno un’unica radice: l’ignoranza. L’ignoranza dell’lo causa la sofferenza che affligge l’uomo dalla nascita alla morte; la stessa ignoranza causa «i tre grandi veleni della mente» — il desiderio, la rabbia e l’ottusità — che scatenano le malattie nel corpo. Solo una continua pratica di moralità e di meditazione può condurre alla libertà da ogni male.

T. Terzani, Un altro giro di giostra,221

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Fallacia ludica

Noi esseri umani amiamo il tangibile, la conferma, il palpabile, il reale, il visibile, il concreto, il conosciuto, il visto, il vivido, il visuale, il sociale, il radicato, l’emotivamente carico, il saliente, lo stereotipato, il toccante, il teatrale, il romanzato, ciò che è di facciata, l’ufficiale, la verbosità che sembra erudizione (le stronzate), il pomposo economista gaussiano, le scemenze matematizzate, il fasto, l’Académie francaise, la Harvard Business School, il premio Nobel, i completi scuri con le camicie bianche e le cravatte di Ferragamo, il sermone toccante e il sensazionale. Ma soprattutto preferiamo il narrato.
Purtroppo l’attuale versione della razza umana non comprende le questioni astratte perchè le serve un contesto, e il caso e l’incertezza sono astrazioni. Rispettiamo ciò che è accaduto, ma ignoriamo ciò che sarebbe potuto accadere. In altre parole, per natura siamo poco profondi e superficiali, e non lo sappiamo. Questo problema non è di natura psicologica, ma deriva dalla principale caratteristica dell’informazione. Il lato oscuro della luna è più difficile da vedere, e illuminarlo con raggi di luce richiede molta energia. Illuminare il non visto richiede molto sforzo, da un punto di vista sia computazionale che mentale.

Nassim N. Taleb, Il cigno nero, pag. 146

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Mente aborigena

La mente che conosciamo nel sogno, la comprensione non razionale e non lineare degli eventi in cui sono normali gli slittamenti nel tempo e nello spazio, è secondo la mia opinione la mente conscia e attiva di un cacciatore aborigeno. È uno stato che ridefinisce la pazienza, la costanza, l’attesa.

Barry Lopez, Sogni artici, pag. 204.

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Con la calcolatrice alla cintura

La probabilità è un’arte liberale, figlia dello scetticismo, non uno strumento per persone con la calcolatrice alla cintura che soddisfa il desiderio di produrre calcoli stravaganti e certezze. Prima che il pensiero occidentale sprofondasse nella mentalità “scientifica”, ossia in quello che viene definito con arroganza “illuminismo”, la gente usava la mente per pensare, non per calcolare.

Nassim N. Taleb, Il cigno nero, pag. 143

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Crescere, una buona volta.

Aprite la vostra mente e incominciate a vedere e a sentire! Incominciate a fare esperienza, e non vergognatevene! Toccate, stringete, masticate come non avete mai fatto prima d’ora. Continuate a crescere! Continuate a crescere coerentemente. In ogni momento che lo fate, voi cambiate. Aprite la mente, aprite il cuore, aprite le braccia, accogliete tutto. Potete continuare a prendere e prendere e prendere, e ciò che è non si esaurirà mai. Ce n’è sempre di più. Più vedete in un albero, e più c’è da vedere. Ascoltate una sonata di Beethoven, e vi conduce all’infinito. Prendete un libro di poesie, e vi conduce alla bellezza. Amate una persona, e quell’amore vi conduce a centinaia di persone. Continuate a crescere.

L. Buscaglia, Vivere amare capirsi, cap. 4

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La mente, il tempo

Erano altre persone, con lo stesso cervello pensavano un pensiero diverso. E’ tipico di alcuni luoghi, una magia che ti permette di partecipare ai pensieri di altri, sconosciuti, gente che viveva in un mondo che non potrà mai essere il tuo.

Cees Nooteboom, Verso Santiago, pag. 299.

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La ricerca del Mullah

Un giorno, un amico vede il Mullah inginocchiato per la via e intento a cercare qualcosa. Si avvicina e gli chiede: «Mullah, che cosa cerchi?».
E il Mullah risponde : «Ho perduto la chiave».
«Oh, Mullah, che peccato. Ti aiuterò a cercarla.» L’amico s’inginocchia e domanda: «Mullah, dove l’hai persa?».
E il Mullah risponde: «L’ho persa in casa».
«Allora perché la cerchi qui fuori?»
E il Mullah: «Perché qui c`è più luce».
È divertente… ma è esattamente ciò che facciamo noi con la nostra vita! Crediamo che tutto ciò che si può trovare sia là fuori, alla luce, dove è più facile cercarlo.

L. Buscaglia, Vivere amare capirsi, cap. 3.

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La mente naturale

La mente naturale è la sensazione che abbiamo quando camminiamo nei boschi e la mente all’improvviso smette di produrre le sue solite chiacchiere. In momenti del genere tutti i sensi si rendono presenti al processo fondamentale di vivere. La mente si fa vasta, il mondo si fa vasto, noi diventiamo vasti: percepiamo il profumo dei pini, lo scricchiolio dei ramoscelli sotto i piedi, e ci rendiamo conto di essere tutto ciò. Quando la solita mente discorsiva si ritira sullo sfondo è la mente naturale a venire sul proscenio, ed è da quella mente che nascono alcune delle nostre intuizioni più lucide. Può capitarci di vedere all’improvviso la soluzione del problema con il quale stavamo combattendo corpo a corpo, oppure il cuore ci si rasserena di fronte all’assenza di soluzioni.
Sintonizzati sulla mente naturale scopriamo di avere accesso a una fonte di informazioni che ci porta più vicini al mistero della vita.

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