Vengo da te, tu, mia cara Helene. Perché tu sei in me. Tu sei in me. Io vengo da te. E tu sei in me. Tu sei me. Senza di te io sono solo un movimento, senza di te sono solamente un movimento vuoto, una curva. Una svolta verso di te. Un movimento verso di te. Helene. Verso di te, verso di te. Helene. Da quando mi sveglio a quando mi corico, sempre sono un movimento verso di te. Sono rivolto verso di te, sono un movimento verso di te. Ti vengo incontro, perché tu mi hai chiesto di venire da te, e ora vengo e magari tu non vuoi vedermi, non vuoi che io venga, magari vuoi solo che io sparisca e non venga mai da te, forse non mi vuoi più vedere, magari i tuoi occhioni, così azzurri, così luminosi, non mi vogliono più vedere, magari tu non vuoi più avere niente a che fare con me, magari non mi vuoi più vedere, perché tua madre ti ha detto che non puoi più vedermi, un paesaggista norvegese, uno studente di belle arti, un uomo strano, appena appena un uomo.
J. Fosse, Melancholia, 99