Magellano vive in quell’ora la tragedia di Coriolano, del disertore per l’onore offeso, cosi come Shakespeare lo ha indimenticabilmente raffigurato. Coriolano è, al pari di Magellano, un pilota che ha servito il suo paese per anni e anni e che, trattato ingiustamente da quel paese, ha posto tutta la sua inutile energia al servizio dell’avversario. Ma al disertore non giova mai — né a Roma né a Siviglia – la purezza degli intendimenti. Lo segue come un’ombra il sospetto: chi ha abbandonato la sua bandiera potrebbe tradirne un’altra, chi è fuggito dal proprio sovrano potrebbe essere infedele anche al monarca straniero. Il disertore è perduto se vince, perduto se è vinto, odioso agli uni, odioso agli altri; dovunque, sarà solo e solo contro tutti. La vera tragedia comincia sempre quando il protagonista riconosce la tragicità della sua situazione; forse in quell’attimo Magellano ha per la prima volta previsto ogni sua sventura.
S. Zweig, Magellano, V